71° giorno – Sacro Graal

Wimbledon prende possesso della TV e tutte le volte che il giudice esclama “15-love” io capisco “fettina” e quell’erba che riempe lo schermo mi sembra un ottimo contorno di insalata.

Ho fame.

Strana sensazione essere malato con 45° gradi fuori. Io che poi nemmeno ricordavo più come ci si sentiva da ammalati. Un gran senso di fame dicevo, un gran sonno, che stanotte non ho mica dormito un granché. Avevo freddo, ma con il lenzuolo sopra avevo caldo quindi ho tenuto giusto mezzo lenzuolo rimanendo mezzo-scoperto con il risultato che il mio raffreddore è pure mezzo-peggiorato, io che non mi ammalo mai ma al massimo mi mezzo-ammalo.

Non dovevo fidarmi della finestra aperta, in questi due giorni in cui tempeste solari si alternano con nuvole e scrosci d’acqua mixando primavera e autunno alla faccia delle mezze-stagioni sparite. Ne sta arrivando uno adesso di temporale, che si fonde con i residui del giorno, la tipica luce dorata che noi fotografi amiamo, creando una sensazione malinconica.

Mi alzo con fatica, con il fisico di un paralitico dopo un incontro di box con Tyson dei tempi d’oro e vado in cucina, dove ascolto in silenzio se il frigorifero è vivo visto che sono tempi duri anche per lui. A volte cade in coma e c’è la forte preoccupazione che le interiora, ovvero il cibo che c’è dentro, vadano in decomposizione. Una cosa antipatica quando la spesa l’hai stata fatta il giorno prima ma per fortuna il ronzio sommesso mi rassicura un attimo, speriamo passi la notte. Dentro il vecchio frigo, un sacco di robe buone che per scelta non posso mangiare per cui comincio a guardare se in giro ci sia qualcosa di accettabile e io mi immagino che dall’esterno possa assomigliare ad un tecnico di CSI alla ricerca di prove.

“Grissom! Qua c’è una fetta di Bologna!”

Affettati, melone, frutta, coppa di cioccolato con dentro la panna, uova, burro, verdure…naaaa, sto quasi accettando il fatto di lasciare perdere e di ritornare sul letto davanti a quella brutta finale di tennis.

Poi, dietro un panetto di burro e una melanzana esageratamente gonfia, noto un dettaglio, qualcosa di estremamente familiare ed infatti, ecco il Sacro Graal dei miei pomeriggi, lo yogurt alla banana.

Sapete quelle scatole di yogurt attaccate le une con le altre, due gusti in fila. Ce ne sono due di albiccocca, due di fragola, due di banana e cosi via. Quello alla banana è il primo che finisco di solito ma ecco che Dio, o la Fortuna, o qualche divinità tentacolare che esiste in abissi mistici, per dimostrarmi la loro esistenza e benevolenza, si manifestano dentro il mio frigorifero puntualmente rifornendomi di uno yogurt alla banana che in teoria non dovrebbe esistere perchè li hai finiti tutti quattro giorni prima ed è impossibile che te ne sia sfuggito uno. Sacro Yogurt alla banana zen.

“Grazie divinità” penso mentre lo mangio

“Grazie per questo dono, ancora una volta!”

Certo, che se adesso queste divinità alzassero il tiro e materializzassero dentro il frigo anche un po’ di soldi o la donna della mia vita lo apprezzerei di più.

Sembra quando lo zio miliardario ti da 5 euro per comprarti il gelato.

Barbone.

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7° giorno – Missione segreta

Il diario di oggi in realtà inzia ieri sera, quando nel mio piccolo universo privato, una specie di appartamentino di 30 metri, un amico mi chiede di venire in bagno un attimo. Nella vasca, entrato da chissà dove, un ragno nero di generose dimensioni…ma non uno di quelli con le zampe lunghissime e il corpo che manco si vede no, uno di quelli neri come la morte e grossi.

“Uno di quelli che salta” mi dice. Il mio amico, non il ragno.

Ora, in questi casi, la soluzione è solo una. Chiudere la porta e aspettare il giorno dopo, in modo da poter convincere con una scusa tua sorella ad entrare in bagno, chiuderla dentro e farla interagire con il ragnaccio. Cosi, per divertimento.

La mattina, vado giù per controllare come sta e chiedergli se volesse qualcosa da mangiare (al ragno, non a mia sorella) ma di lui nessuna traccia, nonostante la porta chiusa e sigillata. Stupidamente mi ero dimenticato della finestrella che dà sul corridoio, quindi è probabile che una di queste sere me lo ritroverò sul collo mentre mi guardo una serie tv. Mi morderà e qualche parte del corpo andrà in necrosi come al chitarrista degli Slayer, che guarda caso è morto ieri. Speriamo vada meglio.

Il resto della mattina è stata spesa a fare ‘la spesa’ il che di solito mi annoia a morte e ad essere sincero, forse non ne sono nemmeno capace. Se sulla lista ti scrivono “carne trita” e te ne trovi di bovino adulto, bovino cucciolo, medio, disoccupato, misto manzo\suino, dinosauro e cane quale devi prendere? Quanti grammi? Poi, odio le situazioni di imbarazzo. Torno da una ‘missione’, un modo simpatico per rendere divertente andare in giro per quel posto pieno di gente luci e aria climatizzata ma che in realtà è semplicemente raccattare due cazzate in poco tempo. Avevo preso quello che dovevo prendere e inizio a mettere tutto nel carrello ma ci metto due minuti a capire che quel tizio anziano sui 70 anni che mi guarda perplesso facendomi il gesto del “che cazzo stai facendo” sia il vero proprietario del carrello.

Va be, figura di merda, ma almeno la missione speciale, ovvero recuperare un pacchettino di 500gr precisi di fragole l’ho passata alla grande: cercavo cercavo e poi..in un angolo, sotto una scatola vuota ecco che intravedo qualcosa di rosso e scintillante. Mi avvicino…controllo che non sia una trappola e poi scatto. 5 metri di corsa per raggiungerle…e quasi non ci credo…sono proprio fragole, una vaschetta da 500gr.

Una mi sembra un po’ andata, ma non me ne frega nulla.

Missione completa.