347° giorno – Il mare di mezzanotte

Voglio che quest’acqua calda rovente porti via il freddo dalle ossa, che spazzi il vento e la malinconia di questa giornata, sentita sulla pelle centimetro per centimetro.

“You’ve got to come home after a bad day and burn your skin from a shower. Then you’ve got to wash all your sheets until they smell of lemon detergent you bought for four dollars at the local grocery store.”

Stamattina scrivo ad un’amica…non ci sentivamo da un anno…avevamo litigato o discusso…entrambi avevamo torto o entrambi ragione…dopo un po’ ti scordi anche il perchè di certe cose.

“Ehy…facciamo pace”?”

Facciamo pace. Sono sempre per le cose belle, per le cose giuste…anche se sono pazzo, sanguigno, istintivo, casinista, stronzo. Però ho il cuore grande…ci sta dentro un sacco di roba nel mio cuore, anche quando lo riempo di rabbia o cose stupide…e non riesco a non voler le persone nella mia vita, se le voglio bene ed è per questo che soffro le distanze, i silenzi…essere vicini e cosi lontani allo stesso tempo.

Nel pomeriggio poi, torno nella città…il vento…le luci ambrate dei locali, entro in uno che mi piace tanto…di quelli che vuoi che sia il tuo preferito, di quelli che vuoi entrare conoscendo tutti, e le cameriere ti salutano, di quelli che vuoi vedere se c’è il “tuo” tavolo libero, quello vicino alla finestra, non troppo al centro, non troppo vicino alla porta…e mi piace questo posto…credo di amarmi di più qua dentro.

Prendo una tisana, c’è scritto “Equilibrio interiore” sopra…io spero solo che mi scaldi un po’ fuori e anche un po’ dentro.
Vorrei far amicizia con questo tipo strano che studia farmacologia e che si guarda in giro in continuazione, con quello che fa i ritratti ai presenti vicino alla porta, uscire e chiedere una sigaretta e fare due chiacchere con i ragazzi li fuori. Prendo un libro dalla borsa e leggo un pochino, mi guardo in giro, sorrido un po’ a caso quando partono dei discorsi improvvisati nel tavolo li vicino…parlando di sale operatorie che non vengono chiuse…che è roba sbagliata…che sto cui ci lavora dentro quell’ospedale ma mica fa l’infermiere o il medico…fa altro..e arrivano i medici con una gamba sotto il braccio staccata…

“Mi fanno impressione ste cose…mica le voglio vedere”

Sorrido. Bevo. Saluto. Ho bisogno di tornare a casa, togliermi questa pellicola addosso…ho bisogno di acqua, che sia un bagno caldo o il mare con la luna piena che mi culla…ho bisogno del mio elemento per rimanere da solo con me stesso.

E te, lo conosci il mare di mezzanotte? Cosi buio e caldo? Cosi spaventoso e intimo? Ti ci avrei portato…cosi…all’improvviso “andiamo a farci un bagno”…una breve corsa…il nero, la costa cosi chiara, la spiaggia che si vede appena.

346° giorno – Ipotesi

Parlavo con un mio vecchio amore prima…nemmeno troppo vecchio…nemmeno troppo amore…una di quelle persone con cui fantastichi quando ricompare nella tua vita a fasi alterne…e sono quasi relazioni platoniche basate su “se” e “ma” e cose che sarebbero potute succedere o magari avrebbero dovuto ma che per destino e scelte sono rimaste nel passato e che forse se un giorno si concretizzassero, tutto si distruggerebbe solo per capire che era bello perché non era reale come i sogni e qualche incubo. Una grande delusione magari…che finché rimane lontano e impossibile sai per certo che possa essere l’amore della tua vita e ci pensi e ci ripensi ma non ti dai mai una risposta…perché non vuoi perdere un altro sogno…alla domanda…

“Lo devo correre il rischio?”

345° giorno – Pensieri

Sarà che son vecchio ma mi alleno continuamente lo stesso e capita che invece di uscire me ne sto fisso a casa alla fine che conta pure che quella é a un concerto…e una sta via sulla neve e l’altro soffre il mal di denti e quando mi arriva il classico “siete in giro”di un amico dico no e mi dispiace…che dovevo essere a Milano a sentire leggere di tre pazzi russi ma ho i glutei che non stanno comodi manco sul letto…immaginate quindi su un sedile golf e poi su una seggiola di plastica. Riposo…ci provo. Ho i gomiti infiammati. Non riesco a trovare una posizione che non porti sonno. O pensieri. Penso a quando c’è il bambino che gioca col camion poi lo mette in un angolo e se glielo tocchi impazzisce e rivuole quel cazzo di camion. Penso che voglio un sorbetto a limone. Penso che dopo aver ricominciato a mangiare polenta e fave dopo i rifiuti giovanili dovrei riprovare anche con i cachi. Penso che mi serva un altro armadio per i vestiti o forse andare a vivere da solo…penso.

Ho sta voglia. Prima risolvo un po’ di cose in sospeso e poi ci penso.

Anzi…prima dormo.

344° giorno – Abbraccio

Mia madre mi abbraccia e dopo un po’…fa finta di svenire tipo e io la devo sorreggere…che é un gioco che si faceva fra di noi fin da quando io ero piccolo e lei quasi mi cadeva addosso da piccini mentre adesso, sono il doppio di lei, la tengo su mentre fa finta di cadere.

Quando non so cosa fare…e sono triste e pensieroso, come oggi, io vado e la abbraccio.

Poi, quando mi stacco…continuo a non sapere cosa fare…ma ci penso di meno.