348° giorno – 10 minuti #1

Mancano dieci minuti alla pausa, 11:50, scrivo in un momento di tregua con il lavoro e con me stesso, le mie crisi, i miei pensieri, i miei ben poco educativi schemi mentali. Un pezzo di dieci minuti, sperimentazione e improvvisazione, che inizi a scrivere quasi per caso. Per cosa poi…

Oggi c’è il sole. Tipo che sembra quasi primavera, che quando uscivo dalla porticina verde incastonata nel portone verde più grande e “piùtuttattorno” della mia ditta ero li che temevo il gelo sul volto e sulle mani e quasi adesso non c’è più quella sensazione. Il sole scalda, inizia a farlo…vero che siamo a Marzo, vero che tre giorni fa vedevo ginestre sbucare felici da colline verdeggianti, vero che le giornate sono più lunghe e i bambini giocano a calcio all’oratorio.

11:54, ne mancano sei…pausa eccessiva…se lo sapesserò i miei capi…non che cazzeggi in realtà…sono qua che attendo che un pezzo di silicio sbrighi faccende per conto mio, delego ad hardware e software e attendo risultati.

Io sono uno che attende poco…ci pensavo…istinto e passione, mai la pazienza di valutare serenamente…agisco e agisco…butto le fiches sul tavolo e dove vanno vanno. Dite che è poco saggio? A 31 anni?

11:57. Forse lo è…sono uno da ‘sennodipoi’. Lo odio il ‘sennodipoi’…quanto vado a ritroso io…anni e anni, vorrei mettere la lancetta indietro e tornare ad averne 14 ed avere calma in tutto. Calma in quel giorno di Novembre dentro la macchina, calma quella mattina d’estate di tanti anni fa. Calma tutte le volte che ho messo in gioco parti di me a cui tenevo.

E sono le 12:00….adesso. Vado a casa. Nutrimento. Di fretta…come sempre.

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